DI PADRE IN FIGLIO

"Un giorno racconterò a mio figlio/a , la storia di un calcio passato... un passato non troppo lontano nel tempo ma distante anni luce nei sentimenti... gli racconterò di domeniche passate in curva con gli amici di sempre,dell’effetto che facevano i fumogeni ad inizio gara impedendoci la visione per parecchi minuti,del suono dei tamburi che accompagnavano incessantemente i nostri cori. Gli racconterò che la vera sfida era tra le due curve e che il risultato della gara diventava secondario,se tu avevi fatto il tuo dovere nei novanta minuti. Gli racconterò di lunghe trasferte con treni fatiscenti,di biglietti acquistati la domenica mattina all’esterno dello stadio senza presentare nessun documento,dove chi primo arrivava meglio sedeva… anche se seduti non ci siamo mai stati.
Gli racconterò che allo stadio entravano le bandiere e gli striscioni goliardici,che lo sfotto' scritto e le coreografie erano un marchio di fabbrica. Gli racconterò che quel ragazzo in piedi sulla vetrata con il megafono in mano aveva il potere di trascinare migliaia di persone. Gli raccontero'che la domenica quando non si andava in trasferta stavamo attaccati ad una radiolina e che 90° minuto era seguito più dell’angelus a s. pietro. Ne ho tante, troppe cose da raccontargli,cose che lui non potrà vivere e raccontare a sua volta. Sarà anche lui un figlio del calcio moderno. Vivrà il presente e sognerà un passato indelebile negli occhi di suo padre..."


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